Chi erano i pitti?

Le pietre scolpite

Sigificato delle pietre scolpite

Significato dei simboli

Conclusioni


Significato delle pietre scolpite

E' indubbio che, in termini generali, i Pitti abbiamo derivato l' uso di pietre erette dalle precedenti culture megalitiche di cui erano (e sono tuttora) rimaste abbondanti tracce nelle loro terre. In alcuni casi è provato che essi incisero i loro simboli proprio su preesistenti menhir preistorici, cercando probabilmente in tal modo di appropriarsi della sacralità dei luoghi antichi.

È stato in alcuni casi provato che le pietre, soprattutto quelle della Classe I, furono erette come monumenti funerari, ma il fatto di aver trovato gli stessi simboli anche su oggetti ornamentali e di vario tipo non permette di associarle esclusivamente ad un tale uso.

Inoltre è stato notato che la stragrande maggioranza delle pietre sorge in prossimità di corsi d' acqua o del mare. Questo fatto è stato associato alla distribuzione della popolazione che tendeva a formare insediamenti in zone maggiormente adatte alla sopravvivenza (pesca) e alle comunicazioni. Non dobbiamo comunque dimenticare che gli dei dell'acqua avevano un posto importante e fondamentale nelle credenze religiose dei Celti e dunque questa vicinanza potrebbe anche essere collegata alla celebrazione di riti a loro collegati. Ricordiamo, ad esempio, che l' annegamento rituale dei prigionieri di stirpe reale era usato diffusamente tanto nella terra dei Pitti, quanto in Irlanda e in Gallia.

A favore di questa ipotesi vi è la presenza di simboli Pitti nella grotta scozzese di Covesea (Moray), utilizzata quasi certamente come luogo rituale.

Sono in tutto sei le grotte scoperte nel Pictland sulle cui pareti furono scolpiti tali simboli. Si tratta di sculture molto rozze che possono far pensare di trovarsi di fronte a dei prototipi delle figure più elaborate e di eccellente fattura successivamente riprodotte sulle pietre o a lavori eseguiti da mani non esperte per puro uso rituale.

La teoria più accreditata rimane comunque quella che le pietre fossero usate per segnalare alleanze tra tribù attraverso matrimoni fra i figli dei diversi capi clan, i cui simboli erano visivamente accoppiati per celebrare e rendere palese l' accordo e forse, allo stesso tempo, per marcare i confini del territorio da loro controllato.

Questa ipotesi sembra essere suffragata dal fatto che, come pare ormai provato, la maggior parte delle pietre fu eretta e scolpita in un brevissimo lasso di tempo, intorno al VII secolo. Il che fra presupporre che esse facessero parte di un complesso piano politico messo in atto da un sovrano molto forte e che avessero lo scopo di testimoniare la fedeltà dei vari clan al suo potere.

In quel secolo, in effetti, i Pitti furono governati da quello che si ritiene sia stato il loro più grande re, Bridei, il quale, secondo l' antica pratica del Patto di Sangue, per garantirsi le alleanze utilizzò matrimoni combinati tra elementi della sua famiglia e di altri notabili del regno.

Su molte pietre della Classe II e III, vi sono rappresentazioni di guerrieri armati a piedi e a cavallo e di gente comune con il tipico cappuccio (che sembra veramente associare i Pitti al Piccolo Popolo), scene di battaglia, di caccia, di vita quotidiana, di sacrifici umani, di navi e animali fantastici che sono l' unica testimonianza rimasta di quell' antico popolo, dei suoi costumi, delle armi e degli attrezzi che usavano.

È presumibile che in questi casi ci si trovi di fronte a monumenti celebrativi di un qualche evento particolarmente importante.

Significato dei simboli

Abbiamo già visto che una delle prime teorie avanzate a proposito dei misteriosi segni li vorrebbe derivati dalle pitture o dai tatuaggi con cui si dice i Pitti si decorassero il corpo. Lo studio dei disegni mostra che si tratta di segni chiaramente bidimensionali e questo sembrerebbe supportare tale ipotesi. Essi potrebbero tuttavia essere nati come decorazioni personali, anche se non necessariamente in forma di tatuaggi o pitture, e successivamente trasferiti su vestiti, oggetti e pietre.

Alcuni studiosi hanno avanzato l' ipotesi che i simboli siano una specie di alfabeto geroglifico e che potrebbero dunque rappresentare i componenti stessi di nomi propri. Per quanto affascinante, questa ipotesi sembra non essere avvalorata da quanto è noto dei nomi personali pittici, difficilmente riconducibili alla combinazione di un numero coś limitato di sillabe.

Altri ricercatori hanno invece tentato di individuare nei simboli animali l' indicazione della tribù di appartenenza e in quelli geometrici o astratti la famiglia, lo stato sociale o la professione. Anche questa teoria, per quanto affascinante, non trova riscontro alla prova concreta dei fatti.

Così come già per il significato attribuito alle pietre, la teoria che raccoglie maggiori consensi è quella che li vede come una testimonianza di discendenza, indicante la combinazione delle differenti case nobiliari attraverso matrimoni reali. L' associazione tra famiglie che denota un' elite e credenze religiose era in quei tempi assai stretta e in un' aristocrazia guerriera come quella dei Pitti il ruolo sacro del re era riconosciuto da tutti. I simboli avevano, come in ogni altra parte del mondo, il compito di rappresentare fisicamente agli occhi del popolo la presenza del loro dio-sovrano che, quale mediatore tra uomini e divinità, aveva il compito e la capacità di proteggere e dispensare fertilità e ricchezza.

D' altro canto l' accurata fattura degli oggetti su cui i simboli furono incisi, come il bellissimo e prezioso "torque" in argento massiccio, e le risorse atte a produrli, potevano solamente essere accessibili ad una classe di elite.

Anche un' analisi approssimata dei simboli stessi avvalora, secondo noi, l'ipotesi che si tratti di tipici segni di potere politico e religioso.

Come consuetudine presso ogni antica comunità, a questi segni di potere regale il popolo attribuì poteri magici. Questo è il motivo per cui essi furono incisi, in modo molto approssimativo, sulle pareti di grotte o su tavolette e pietre di tipo chiaramente votivo come quelle rinvenute a Moray. Qui nel 1903, accanto al luogo in cui sorgeva il forte pittico di Burghead, furono scoperte nel mare una trentina di piccole pietre scolpite con figure di buoi e tori. Gli studiosi non hanno dubbi nel ritenere che tali pietre siano state deliberatamente gettate in mare come offerta alla divinità guardiana dell' acqua, forse per riceverne in cambio maggiore fertilità per il bestiame o per il villaggio. Tale pratica era assai comune tra i popoli dell' Età del Ferro, inclusi i Celti, che la praticavano in pozzi, laghi, fiumi e mari.

La credenza in un potere magico associato a quei simboli sopravvisse a lungo anche dopo la scomparsa dei Pitti ed è indubbio che, come detto in precedenza, in molti casi fu proprio grazie al valore attribuito loro dalla superstizione popolare che molte delle pietre sopravvissero alla distruzione costringendo la Chiesa a preservarle "cristianizzandole".

Una variante dell' ipotesi precedente si riallaccia alla tradizione che attribuisce ai Pitti una società a discendenza matrilineare (che come sappiamo ha origini lontane) e, partendo dal fatto che in un tale tipo di società gli incroci sono complessi e le differenti discendenze sono spesso associate in quartine secondo il sistema di matrimonio incrociato fra cugini, vede nella combinazione delle coppie di simboli un modo di illustrare le linee di discendenza.

Se ciò fosse vero la distribuzione dei simboli dovrebbe permettere di ricostruire le aree popolate dalle diverse famiglie. Purtroppo, però, nonostante ci siano aree con una concentrazione maggiore di certe combinazioni e altre in cui queste sono completamente assenti, la distribuzione dei simboli sembra essere generalmente casuale.

 

 

Conclusioni

Nessuno è sino ad ora riuscito a trovare una risposta certa in merito alle pietre scolpite dei Pitti e non saremo certo noi a risolvere un mistero rimasto tale da almeno due secoli. Chissà, forse non esiste neppure una risposta univoca e ciascuna delle ipotesi potrebbe avere una sua validità relativa. Non è da escludere, infatti, la possibilità che i simboli siano stati usati in vario modo ed in contesti differenti.

Probabilmente solo qualche nuova rivoluzionaria scoperta archeologica potrà essere in grado di penetrare le nebbie dell' oblio storico che celano ancora l' origine e il significato di questi bellissimi reperti. Ed è fuori di dubbio che questo enigma archeologico, unico nel suo genere, continuerà ad alimentare la fantasia dei ricercatori del passato sino a quando alle domande che essi si pongono non potranno essere date risposte concrete.

Certamente possiamo affermare che i Pitti non furono un popolo misterioso, o perlomeno non più misterioso della maggior parte dei suoi contemporanei. Essi furono un tipico esempio di società barbara dell' Europa nordoccidentale del loro tempo. Anche la mancanza di fonti scritte e l' ignoranza a proposito della loro lingua e dei loro costumi non li differenzia dalla altre popolazioni europee vissute, al margine dell' impero romano, nell'oscuro periodo precedente il medioevo.

E' solo a causa del mistero che tuttora permane sulle pietre da loro scolpite che essi continuano irresistibilmente a far parte dell' affascinante Mondo dell’Insolito.

Roberto D'Amico

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