La Cattedrale
di Chartres

di Cristian Filagrossi

 

 

UN PO' DI STORIA

L'aspetto attuale della cattedrale è quello realizzato nel 1220, 25 anni dopo il furioso incendio - sviluppatosi a seguito della caduta di un fulmine - che l'aveva distrutta completamente. Dal rogo si era miracolosamente salvata la reliquia del Velo della Vergine, attualmente conservata nella cappella insieme al tesoro (1). Alla ricostruzione della chiesa partecipò tutta la popolazione della cittadina, i laici accanto ai religiosi, i nobili a fianco del popolo. Furono applicate le tecniche costruttive e scultoree più avanzate del tempo, con uno sforzo, anche finanziario, incredibilmente elevato. Da allora niente più è stato in grado di danneggiarla: nè le guerre di religione, nè la Rivoluzione francese e nemmeno la Seconda Guerra mondiale, quando per salvarli dai bombardamenti. i 3000 metri quadrati di vetrate furono staccati dai loro telai e messi al sicuro.

La gran rapidità con cui la cattedrale fu realizzata (1194-1220), le conferisce una straordinaria unità di stile. Il cantiere, all'avanguardia in tutto il mondo allora conosciuto, originò una scuola d’architetti, scultori, costruttori che tramandarono ovunque i risultati delle loro ricerche e applicazioni. Quando essa fu costruita, Chartres contava 10.000 abitanti, e si voleva una chiesa che fosse in grado di contenerli tutti. L'incendio che la distrusse fu attribuito ad un castigo divino, perché nel tempio erano soliti dormire in modo promiscuo uomini e donne. Le pietre necessarie furono estratte dalla vicina cava di Berchères; alcune erano così pesanti che ci voleva un migliaio d’uomini per smuoverle. Il lavoro, inteso anche come penitenza, era svolto coralmente, da tutti, nobili e servi della gleba. Accanto a loro, le corporazioni dei tagliapietre e dei muratori professionisti assicurarono la corretta esecuzione dell'opera.




La cattedrale di Chartres



UN PICCOLO EXCURSUS. L'ARTE DEL VETRO

L'arte del vetro, collegata principalmente proprio alla costruzione delle chiese, ebbe, com'è facile intuire, il suo massimo splendore tra il XII ed il XV secolo, quando in tutta Europa iniziarono a sorgere le cattedrali che del vetro facevano moltissimo uso.

Dopo aver commissionato il disegno, questo era tracciato con una punta di stagno o di piombo su di una tavola di legno spalmata di gesso dai mastri vetrai, che, prima di tutto, costruivano dei modelli (di solito di metallo con listelli di piombo per separare i vari pezzi) a grandezza naturale, sui quali posizionavano i vetri colorati per rendersi conto di come stava venendo la loro opera. A questo punto toccava al maestro vero e proprio dipingere, in chiaroscuro, con una tecnica chiamata grisaille (2), i singoli pezzi. Di solito il maestro utilizzava due colori predominanti, molto scuri, ottenuti con polvere di vetro mischiata a metalli triturati. Per ottenere delle sfumature di colore o delle zone di luce (la funzione delle vetrate era anche quella di far filtrare nella chiesa la luce del sole!) il maestro raschiava delicatamente sulla grisaille con spazzole di pelo di puzzola, delle asticciole, o, in alcuni casi, anche con punte molto dure che graffiavano il vetro. Dopodiche il; il vetro era cotto, affinché diventasse più solido e la grisaille si fissasse in modo definitivo. I pezzi erano quindi sistemati in un'armatura di piombo, modellata in modo tale da seguire perfettamente le linee dei vetri stessi, ed infine l'armatura era incastrata in un telaio metallico, pronta per essere incastrata nel muro. I vetri erano tagliati con una punta metallica incandescente.




LE VETRATE

Dal 1200 al 1236 una folla d’operai e artigiani lavorano senza posa, compiendo qualcosa che si avvicina al miracolo: l'invetriatura dell'intera cattedrale. L'evento è eccezionale per la vastità del progetto: l'insieme delle vetrate narrano la storia biblica. Ogni campata ha due alte ogive ad arco spezzato che sono coronate da un rosone di oltre sei metri di diametro. Il tutto ripetuto per 34 volte nella navata centrale, nel transetto e nel coro. Sulla facciata ovest, inoltre, e su quelle dei bracci del transetto, sbocciano grandi rosoni che di diametro misurano ben 13 metri. Per finire, sopra la finestra al centro dell'abside troneggia la Vergine patrona, circondata da Apostoli, profeti, santi e vescovi occhieggianti dalle aperture del coro, della navata centrale e del transetto.

 

 

Alcune vetrate del lato nord

 


LE VETRATE DELLA FACCIATA, DELLA NAVATA CENTRALE E DELL'ABSIDE

Le tre vetrate della facciata principale (ovest), di cui quella centrale più grande e quelle laterali più piccole, rappresentano: La vita di Nostro Signore dall'episodio dell'Annunciazione fino alla trionfale entrata in Gerusalemme (centrale); La storia della Passione di Cristo e della sua Resurrezione (laterale destra) e L'albero di Jesse, che illustra la genealogia di Gesù, da David a Cristo in trono. Lungo le pareti della navata centrale fino all'incontro con il corpo del transetto, poi, una doppia fila di vetrate, sempre rigorosamente ogivali, intervallate l'una dall'altra da piccoli rosoni, illustrano le figure dei santi, dei profeti e degli apostoli. Al di sopra di queste a sinistra altre vetrate raffigurano nell'ordine: La storia di Noè, La storia di San Lubin vescovo, La storia di Sant'Eustachio, La storia di San Giuseppe, San Nicola, La Redenzione. A destra: La storia di San Giovanni Evangelista; La storia di Santa Maria Maddalena; La parabola del buon Samaritano; Creazione, caduta e redenzione dell'uomo; Morte, sepoltura e assunzione della Vergine in cielo; Luigi di Borbone, la moglie e altri personaggi della famiglia reale con gli stemmi. Dopo l'interruzione dovuta all'incontro del transetto, la doppia fila di vetrate riprende con motivi e raffigurazioni diverse. Al posto della teoria di santi e profeti, nelle vetrate inferiori troviamo la rappresentazione delle arti e dei mestieri con i relativi simboli. Infatti ciascuna delle corporazioni che partecipò gratuitamente alla ricostruzione della cattedrale dopo l'incendio, ottenne come riconoscimento del proprio lavoro di essere rappresentata all'interno della chiesa con una vetrata. Le vetrate superiori riprendono, invece, il tema delle storie dei santi. In ordine, partendo dalla parete sinistra troviamo: San Germano, San Nicola, La Storia di San Tommaso, La storia di San Giuliano.
Le vetrate dell'abside semicircolare: La storia di San Saviniano e di San Potenziano, La storia di San Cherone, La storia di Santo Stefano Martire, La storia di San Pantaleone, I santi Teodoro e Vincenzo, La storia di Carlo Magno, La storia di San Giacomo Maggiore, Le storie dei santi Simone e Giuda, La Storia degli apostoli, La storia di Sant'Andrea, La storia di San Paolo, La storia di San Silvestro, La storia di San Remigio, La storia di San Nicola, Le sante Margherita e Caterina, La storia di San Thomas Becket.



La Belle-Verriere



Le vetrate della parete destra: La storia di San Martino, I segni dello Zodiaco, Notre-Dame-de-la Belle-Verriere, La storia di San Fulberto (3). Allo stesso modo è composto il corpo del transetto laterale che, ricordiamo, si estende nella direzione Sud-Nord. Il portale sud ` preceduto da un portico a tre arcate eretto su di una gradinata. Al centro del portale sorgono le statue di Cristo e degli Apostoli e nella lunetta il Giudizio Finale. Al di sopra del portale è un rosone che raffigura l'Apocalisse e la visione di san Giacomo a Patmos. Così come nella facciata principale, al rosone seguono in alto delle vetrate ogivale, che qui però sono in numero di cinque e tutte della stessa altezza. La vetrata centrale rappresenta la Vergine, quelle laterali i profeti nell'ordine: Isaia, Daniele, Ezechiele e Geremia.

Le vetrate delle pareti laterali del transetto rappresentano, nel braccio sud, La storia di San Dionigi e, nel braccio nord, alcuni personaggi dell'Antico Testamento, tra cui David. Infine il rosone nord, al di sotto del quale sono rappresentate le Armi di Francia e di Castiglia, raffigura la Glorificazione della Maria Vergine.




LA FACCIATA OVEST. IL PORTALE DEI RE E LE DUE TORRI

Nella parte inferiore della facciata sono i tre portali d'accesso alla chiesa che, come in quasi ogni chiesa romanica e gotica, corrispondono alle tre navate.- L'insieme dei tre portali è conosciuto con il nome di Portale dei Re.



Particolare del Portale dei Re



Esso appartiene alla chiesa precedente (1145-1155); è un capolavoro dell'arte tardo romanica, che si salvò miracolosamente all'incendio. Questo portale, per la sua magnificenza e complessità scultorea si carica, oltre che di simboli sacri e profani, di misteriosi enigmi che non hanno ancora trovato tutte le risposte.

Nella porta a sinistra, quella dell'Ascensione, si notano, nei fregi dei capitelli, la Strage degli Innocenti, la Fuga in Egitto, l'Annunciazione e la Natività. Come statua-colonna, vale a dire realizzata in un unico gran blocco senza giunzioni, è Mosè con le Tavole della Legge. Nel primo registro dell'architrave sono invece scolpiti dieci Apostoli, nel secondo dei piccoli angeli che soffiano. Negli archivolti troviamo: Luglio (mietitura); Maggio (caccia al falcone); Agosto (trebbiatura); Leone; Settembre (vendemmia); Scorpione; Novembre (uccisione del maiale); Capricorno e Gennaio. Nel timpano sono rappresentate l'Ascensione e la Colomba dello Spirito Santo.

La porta centrale è dedicata alla Teofania dell'Apocalisse. Le statue-colonna sono costituite da La Regina di Saba, Davide e Salomone. Nell'archivolto interno ci sono 12 angeli, mentre in quell’esterno i vegliardi dell'Apocalisse. Nell'architrave sono raffigurati i Dodici Apostoli nella Gerusalemme Celeste. Infine nel mezzo del timpano ` Cristo circondato dai quattro Viventi, simbolo degli Evangelisti.

La porta di destra è dedicata all'Incarnazione. Nei fregi dei capitelli troviamo Il bacio di Giuda, l'Ultima Cena, la Sepoltura di Cristo e i Discepoli d’Emmaus. Nel primo registro dell'architrave: l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività e l'Annuncio ai pastori, nel secondo invece la Presentazione al Tempio. Nel timpano è poi la Vergine in Maestà con il Bambino. Infine negli archivolti troviamo, in ordine: Dialettica ed Aristotele, Retorica e Cicerone, Geometria ed Euclide, Aritmetica e Boezio, Astronomia e Tolomeo, Grammatica e Donato, Musica e Pitagora, Pesci, Gemelli.

Al di sopra del Portale dei Re è incastonato il Rosone più bello e più riccamente ornato della Cattedrale. Il Rosone Ovest raffigura il Giudizio universale. Al centro è il Cristo Torturato, attorno le quattro bestie dell'Apocalisse, sotto la Pesata delle Anime, sopra Abramo e gli eletti. A destra e a sinistra i Dodici Apostoli.

Ancora più su è poi la cosiddetta Galleria dei 16 Re di Giuda, a sua volta sovrastata da una cuspide con la statua della Vergine.

Ai lati della facciata vi sono le due famose Torri (che ritroviamo anche in altre cattedrali gotiche), con altrettanti campanili. La Torre di destra ospita il campanile vecchio (Clocher Vieux), costruito tra il 1134 ed il 1150, la cui guglia è alta 106 metri. La Torre di sinistra invece è caratterizzata dal campanile nuovo (Clocher Neuf), costruito tra il 1145 ed il 1165. All'inizio del Cinquecento, inoltre tale torre fu ornata sulla sua sommità di una guglia fiorita, opera dell'architetto Jehan de Beauce, che con i suoi 115 metri costituisce il punto più alto dell'intera cattedrale.




L'INTERNO


L'interno è caratterizzato logicamente dalle forme allungate e straordinariamente slanciate verso l'alto, derivanti dalle linee ogivali, proprie dell'architettura gotica. Tre navate per una lunghezza totale di 130 metri e un'altezza di 37 metri.

È a tre navate anche il transetto. Tra i pilastri a fascio che sorreggono le nervature delle volte, corre la galleria del triforio, sormontata da ampie finestre a vetrate da cui filtra una luce colorata vivamente suggestiva. Le finestre sono complessivamente 176. Prima della cappella dell'abside, una scala a trafori dà accesso alla cappella St-Piat, realizzata nel Trecento, dove è custodito il tesoro. Qui è conservata anche la principale reliquia della cattedrale, il Velo della Vergine.



IL LABIRINTO

L'immagine riportata qui sotto ` lo schema del labirinto, intarsiato nel pavimento della cattedrale. Simbolo del tortuoso cammino di redenzione, il labirinto di Chartres era percorso dai pellegrini in ginocchio che in circa un'ora completavano gli 11 meandri concentrici per un totale di ben 262 metri! Questa attività era considerata equivalente ad un pellegrinaggio in Terrasanta. E permetteva di ottenere dalle autorità ecclesiastiche lo stesso numero d’indulgenze (4).



Il disegno del labirinto intarsiato nel pavimento della cattedrale. I pellegrini dovevano percorrerlo in ginocchio recitando preghiere.




NOTE

(1) Nel "Dizionario" del Plancy è riportato: "Il velo di Maria fu trasportato, si dice, da Gerusalemme a Costantinopoli. Si aggiunge che alcuni imperatori lo portarono in battaglia, e che questo santo vessillo diede loro parecchie volte la vittoria. Attualmente si vantano di possedere il velo della Vergine a Treviri, dove si dice fosse stato portato da Costantinopoli nel 1207. Ma si trovava ancora nella città di Costantino nel XV secolo. Il velo della santa Vergine ha una terza sede a Roma, nella chiesa di S.Maria del Popolo, ma veniva mostrato tutto intero anche a Chartres. Ve ne era un quinto a Monserrato e un sesto all’Escuriale; il settimo è onorato nella chiesa dell’Annunciazione a Mosca. Un ottavo velo di Maria si vede certamente tuttora a Marsiglia, nella chiesa di Notre-Dame-la-Majeure, ecc".

(2) grisaille= chiaroscuro

(3)Questa vetrata ` l'unica non originale, in quanto fu donata dagli americani nel 1954.

(4)Il labirinto, conosciuto anche come "Cammino per Gerusalemme" doveva essere effettuato in ginocchio ripetendo più volte " il Miserere" (salmo 50 di Davide) e quindi occorreva un tempo superiore a quello impiegato camminando normalmente, tanto da farlo sembrare molto più lungo. Per questo venne pure denominato "Lieue", ossia Lega pari a 4 chilometri.



BIBLIOGRAFIA

R. Bechmann - Le radici delle cattedrali. Oscar Mondadori - 1989

O. von Simson - La cattedrale gotica. Il Mulino – 1988

J.A.S.Collin de Plancy – Dizionario delle reliquie e delle immagini miracolose. Newton Compton – 1982



Per gentile concessione de "La Zona del Crepuscolo"



Clickable Image

Edizione html realizzata da Cristian Filagrossi